Quale giustizia per le vittime dei crimini nazisti?
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Il volume si connota per la duplicità dei suoi temi: accanto alla disamina storica trova spazio un’analisi di carattere giuridico riguardante i ritardi che caratterizzarono la “risposta” processuale ai crimini commessi dai nazifascisti. Il libro tratteggia le vicende che condussero all’8 settembre del 1943 e approfondisce le connotazioni del regime di occupazione tedesca in Italia ed i rapporti tra il Reich e la R.S.I. Riguardo all’eccidio della Benedicta l’Autore fornisce un quadro della situazione nell’Alessandrino negli anni 1941-1944 e, chiarite le ragioni che condussero alla formazione della III Brigata partigiana “Liguria”, descrive le attività delle diverse organizzazioni partigiane operanti nell’area del monte Tobbio durante i mesi precedenti la strage. Si giunge quindi alla narrazione delle reali motivazioni che indussero il Comando tedesco a intraprendere l’operazione di rastrellamento, e del massacro della Pasqua del 1944. La seconda parte dell’opera è dedicata all’analisi della nozione di “crimine di guerra” e all’esperienza offerta dai processi di Norimberga e di Tokyo. Per quanto riguarda il nostro Paese si rilevano l’insufficienza e la lacunosità della “risposta giudiziaria” ai delitti attuati dai nazisti in Italia. Nell’ultima parte del libro l’Autore, dopo aver esposto le ragioni degli “insabbiamenti” dei processi per le stragi e le conseguenze derivanti dall’inerzia giudiziale, ricostruisce le indagini svolte nei confronti di S.F. Engel, che condussero all’incriminazione e alla successiva condanna all’ergastolo del criminale nazista, processato per l’eccidio della Benedicta e le ulteriori stragi di Cravasco e di Ollivetta di Portofino.
ISBN 978-2-36580-005-1
Data di pubblicazione: 19/12/2012
7.5 €
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