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Romanzi storici

712

Guerre invisibili

Alessandro Balossino -

E-BOOK

Città del Vaticano, anno 2015.
Il giallo dell’archivio di padre Carlos Ruiz cominciava con una secca ed insolita smentita del ‘Papa Nero’, il preposto generale dei Gesuiti Etienne Monpézat. Per la prima volta in quasi un secolo e mezzo di storia ‘L’Osservatore Romano, che aveva annunciato l’apertura di preziosi documenti, riceveva una rettifica dalla Compagnia di Gesù tramite comunicato stampa: ‘Circa la presunta autorizzazione del padre generale della Compagnia, Montpézat , a pubblicare alcuni documenti dell’archivio di padre Ruiz, si precisa che tale autorizzazione non è stata mai concessa.’
In realtà, nonostante l’intervento sui quotidiani, era stato lo stesso Archivio Segreto Vaticano ad aver chiesto ai Gesuiti di tenere le carte di Padre Ruiz sotto chiave fino a nuovo ordine. La vicenda teneva da mesi con il fiato sospeso i sacri palazzi: cosa celavano le oltre 20 scatole dell’archivio personale del gesuita spagnolo custodite nei sotterranei della curia della Compagnia di Gesù a Granada? Ma soprattutto, qual’era il vero incarico che i papi Paolo VI e Giovanni Paolo II avevano affidato a Padre Ruiz molti anni addietro?
Saint-Moritz
Anche quell’anno si era svolto l’incontro segreto dei potenti della terra appartenenti al Club Babenberg, presso uno dei più prestigiosi Hotel elvetici. Banchieri, politici, capi di stato, amministratori di multinazionali si erano riuniti per quattro giorni in gran segreto con l’obiettivo di decidere le sorti politiche, economiche e finanziarie dell’Europa, dell’America e le azioni da intraprendere con il resto del mondo. La riunione Babenberg era un conclave che riuniva ogni anno l’élite del mondo occidentale per discutere a porte rigorosamente chiuse la situazione globale mondiale del momento e le politiche da promuovere nelle sedi internazionali ufficiali quali l’Unione Europea, il Fondo Monetario Internazionale, la Nato ed il G8.
Cordoba, anno 1195.
Bailén Ibn Zyad entrò nel suo laboratorio. Da giorni stava esaminando la parte intarsiata esterna dello scrigno che gli aveva affidato Pedro de Castro. Bailén abitava nel quartiere ebraico. Il Barrio de la Juderìa era il più antico quartiere cittadino caratterizzato da viuzze e piazzette aperte tra piccole case bianche ornate di fiori. Al di sotto di una di queste case vi era il suo laboratorio. Nessuno poteva entrare senza il suo permesso ed in effetti essere accolto da cinque serpenti morti appesi alla parete non poteva certo definirsi un luogo accogliente. Il cuore del laboratorio era situato presso la parete più ad est della stanza: un pentagono disegnato sul pavimento ed illuminato da cinque candele poste ai vertici delimitava l’area sacra. Al centro del pentagono un piccolo banco di lavoro che reggeva lo scrigno di legno. Il tutto sormontato da una spada rituale appesa al soffitto. Bailén si avvicinò al piccolo banco avvolto da una cappa nera orlata di giallo. Entrò nel pentagono pronunciando formule magiche per invocare forze occulte e come nei giorni precedenti si dispose all’esame dei simboli intarsiati di quel cubo di legno. Ma non trovava la soluzione.
Che legame ci può essere tra questi tre episodi che spaziano in più di 800 anni di Storia ?

ISBN : 978-2-36580-257-4

Data di pubblicazione: 30/08/2016

8 €

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